di Monica De Santis
Dario Maiellaro, è il titolare di una delle più importanti aziende che si occupa di estrazione di inerti, che opera tra Mercato San Severino e Nola. Come tutti gli imprenditori anche per lui il periodo che si sta vivendo è particolarmente nero a causa dei rincari, soprattutto quelli riguardanti il consumo di energia elettrica… “E’ un disastro. Noi pagavamo una bolletta mensile che si aggirava mediamente intorno ai 40mila euro, siamo arrivati all’ultima bolletta che supera i 165 mila euro e non è finita qui, perchè ci hanno detto che tra settembre ed ottobre ci dovrebbe essere un ulteriore rincaro del 30%. Credo che stiamo per toccare davvero il fondo, che molte aziende saranno costrette a fare tagli tra i dipendenti se vogliono rientrare nelle spese”. Il signor Maiellaro in maniera dettagliata illustra gli aumenti, che come detto anche da molti suoi colleghi, non sono iniziati con la guerra, ma molto prima. Si è passati da un costo al Kw di 0,166 del settembre 2020 al 0,247 del settembre del 2021, per poi passare ad ottobre ad un costo di 0,321 al Kw, novembre 2021 si arriva a 0,342 al Kw, dicembre si sale ancora a 0,414 al Kw, poi c’è una lieve flessione con l’inizio del 2022, per arrivare poi a salire nuovamente e vedere che nel mese di luglio il costo al Kw arriva a 0,538, cifra che ha portato a far triplicare la cifra totale in bolletta per ogni azienda ed anche per i privati cittadini… “La guerra è una scusa. L’Eni nei primi sei mesi dell’anno ha portato 7 miliardi di utile, cifre mai viste prima d’ora. Se gli aumenti fossero dipesi dalla guerra non ci sarebbero stati utili del genere. Il problema vero è che qualsiasi azienda che lavora e vende il prodotto dal primo del mese fino al giorno 30, non può vedersi recapitare dopo cinque giorni una bolletta, senza essere stato avvisato che ci sono dei rincari così importanti. Perché il prodotto intanto lo si è venduto. E a queste condizioni, su un prodotto come il mio scende il prezzo di un euro, un euro e 20 centesimi a metro cubo. Molti imprenditori del mio settore che hanno 50/60 dipendenti stanno ridimensionando, perchè non hanno più la forza di sostenere tutte le spese, oppure perchè ormai non conviene più neanche investire, nonostante ci siano degli incentivi. Ma nessuno vuole investire più visto il clima d’incertezza che si sta vivendo. Senza contare che tutti abbiamo già dovuto comunque assumere nuovo personale a causa dell’emergenza covid, perchè se si ammala un dipendente, bisogna sostituirlo e queste sono spese in più. Come sono spese ulteriori i pezzi di ricambio dei macchinari, che anche quelli sono aumentati, soprattutto se li si vuole in pronta consegna, dove il costo lievita del 30%”. Maiellaro spiega anche che questi aumenti che tutte le aziende stanno applicando, motivati dai costi alti delle bollette che stanno ricevendo, stanno provocando un blocco delle vendite… “I cantieri si stanno fermando, perchè ovviamente non conviene più acquistare nessun tipo di materiale. Noi attualmente su Napoli stiamo lavorando molto sull’alta velocità, ma quello è un lavoro pubblico. Mentre i lavori privati sono quasi tutti fermi, quindi noi stiamo perdendo anche clienti. E’ diventato davvero molto difficile oggi portare avanti un’attività. E’ diventato improponibile oggi lavorare in questo modo”.